Comunicato stampa

MEDICINA: DA UN ORMONE DEL PESO LA REGOLAZIONE DEL SISTEMA IMMUNITARIO

16/01/2003

Uno studio del Gruppo di ImmunoEndocrinologia del CNR di Napoli - pubblicato dal Journal of Clinical Investigation - ha evidenziato il ruolo essenziale della Leptina, nota come l'ormone che regola il peso corporeo, nell'eziologia di gravi malattie autoimmunitarie quali la sclerosi multipla sperimentale (encefalite autoimmune sperimental, EAE) e il diabete autoimmune.

La Leptina, un ormone che regola il peso corporeo, potrebbe svolgere un ruolo essenziale nella patogenesi di gravi malattie immunitarie quali la sclerosi multipla sperimentale (encefalite autoimmune sperimentale, EAE) e il diabete autoimmune. A fare questa importante scoperta è stato un gruppo di ricercatori dell'Istituto di Endocrinologia e Oncologia Sperimentale del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli (IEOS-CNR), che ha pubblicato i risultati sul Journal of Clinical Investigation. Uno studio che fornisce nuovi dettagli sulla correlazione tra questo ormone che regola il peso corporeo e la capacità dell'organismo di difendersi dalle malattie, portata alla luce per la prima volta nel 1998 dagli stessi ricercatori italiani e un gruppo inglese dell'Hammersmith Hospital.

"Il nostro studio - spiega Giuseppe Matarese, ricercatore del Gruppo di ImmunoEndocrinologia dello IEOS-CNR - è partito da un dato storico: nei Paesi più ricchi vi è stato un notevole calo delle infezioni, quali tubercolosi, candida o parassitosi, mentre sono aumentate le malattie autoimmunitarie quali sclerosi multipla, artrite reumatoide o diabete di tipo 1°; nei Paesi poveri, con insufficienti risorse alimentari, è avvenuto invece l'esatto contrario".

Partendo da questa considerazione i ricercatori del CNR hanno scoperto che topi obesi deficienti nella produzione della leptina, erano resistenti all'induzione della malattia EAE. La somministrazione dell'ormone li rendeva suscettibili come i topi normali non obesi. I topi normali, suscettibili all'EAE, subito prima di sviluppare la malattia si osservava un grande aumento nella produzione di leptina nel siero e nel cervello. Un abbassamento di questo ormone in tali soggetti, attraverso un digiuno di 48 ore, era in grado di ridurre la gravità ed i sintomi clinici della malattia.

Se quindi l'assenza della leptina può favorire le malattie infettive, troppa, e quindi un eccesso di grasso tipico delle nazioni opulente, potrebbe spiegare almeno in parte l'aumento della frequenza delle malattie autoimmunitarie: "L'interferenza della leptina sulla sclerosi multipla sperimentale - sottolinea Matarese - può dirsi ormai ampiamente confermata, mentre stiamo portando avanti gli studi anche sul diabete di tipo 1°, che stanno dando comunque risultati simili".

Queste conclusioni potrebbero avere implicazioni rilevanti sia per la prevenzione che per la terapia della sclerosi multipla nell'uomo e di altre malattie autoimmunitarie.


Roma, 16 gennaio 2003





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