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Come contrastare il deficit cognitivo: il ruolo dello stile di vita e dello stato socio-economico in uno studio del Cnr

06/05/2024

Lo studio NutBrain (Nutrition, gUT microbiota, and Brain AgING), condotto dall'Istituto di tecnologie biomediche del Cnr (Cnr-Itb) e dall’Irccs Fondazione Mondino di Pavia, ha esplorato l’associazione tra stile di vita sano e fattori socio-ecnomici, in una popolazione di soggetti over 65 residenti in regione Lombardia, e ha evidenziato come un elevato stato socio-economico e uno stile di vita sano sono riconducibili a una riduzione significativa della probabilità di avere un deficit cognitivo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista "Journal of Nutrition, health and aging".

Mentre la popolazione mondiale invecchia, la demenza emerge come una sfida crescente per la salute pubblica. Nonostante l'età avanzata sia un noto fattore di rischio, la demenza non è una conseguenza inevitabile dell'invecchiamento. È una condizione complessa, influenzata da genetica e ambiente, spesso preceduta da una fase di lieve compromissione cognitiva (MCI).

La ricerca attuale suggerisce che tutt’oggi non esiste ancora una terapia farmacologica in grado di trattare efficacemente questo tipo di malattie e, pertanto, la prevenzione precoce è fondamentale. Fattori modificabili come dieta, esercizio fisico, astinenza dal fumo e mantenere un buono stato di salute generale possono ridurre fino al 40% i casi di demenza. Uno stile di vita sano sembra avere un impatto maggiore rispetto all'adozione di singole abitudini positive.

Curiosamente, studi recenti indicano che l'incidenza della demenza sta diminuendo nei paesi più ricchi, suggerendo che i fattori sociali e le condizioni di vita hanno un ruolo cruciale. Tuttavia, la relazione tra stile di vita, stato socio-economico e capacità cognitiva rimane complessa e non completamente compresa.

I risultati dello studio NutBrain mostrano che un elevato stato socio-economico e uno stile di vita sano (dieta sana, attività fisica, non fumare, alta attività cognitiva e una vita sociale attiva) sono associati a una riduzione significativa della probabilità di avere un deficit cognitivo. In particolare, un elevato stato socio-economico riduce la probabilità di MCI dell'82,1%, mentre uno stile di vita sano la riduce del 56,4%. Interessante notare che gli effetti positivi di uno stile di vita sano sono più pronunciati nelle donne e nelle persone con basso stato socio-economico.

Questi dati sembrano sottolineare la necessità di politiche sanitarie che promuovano stili di vita sani e riducano le disuguaglianze socio-economiche, soprattutto nelle fasce di popolazione più economicamente svantaggiate, con l'obiettivo finale di sviluppare strategie preventive e di intervento più efficaci contro il deterioramento cognitivo.

Per informazioni:
Federica Prinelli
Cnr-Itb
federica.prinelli@itb.cnr.it
0221717203

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