Joint research project

Circulation of People, Goods and Cultures in Two European Areas: Hungary and Southern Italy between the 15th and 21th Centuries

Project leaders
Paola Avallone, Mónika F. Molnár
Agreement
UNGHERIA - HAS (MTA) - Accademia Ungherese delle Scienze
Call
CNR/HAS triennio 2019-2021 2019-2021
Department
Social sciences and humanities, cultural heritage
Thematic area
Social sciences and humanities, cultural heritage
Status of the project
New

Research proposal

Il progetto si propone di concentrarsi, in un arco temporale lungo, su due aree europee: Mezzogiorno d'Italia e Ungheria. Si tratta di discutere e analizzare le forme e i canali della circolazione di uomini, merci e culture in queste aree, e le modalità con cui, dal XV secolo ad oggi, le istituzioni politiche, economiche e sociali li hanno controllati, regolati e ostacolati, a un tempo spazi urbani e località di frontiera, in una prospettiva storica di lungo periodo. Il focus sarà il confronto tra aree geografiche distinte e con una storia istituzionale molto diversa: il Mezzogiorno d'Italia, si è caratterizzato, nonostante le dominazioni straniere, per un suo status politico ed economico specifico fino all'Unità d'Italia; l'Ungheria ha mantenuto la sua continuità statale sin dal Medioevo, pur cambiando fondamentalmente sia l'estensione territoriale che il sistema politico durante i secoli, in gran parte a cause delle interazioni con gli imperi dominanti (Impero Asburgico, Impero Ottomano, Impero Russo-Sovietico).
Ieri come oggi queste due aree europee sono aree di 'frontiera' per eccellenza, allineate o contrapposte nell'elaborazione di nuovi strumenti di controllo e regolamentazione dei flussi di risorse economiche, sociali e culturali, in cui far convivere ragioni locali e ragioni di Stato. Solo un approccio che combini la conoscenza del passato alla realtà presente permette un'uscita solida ed efficace da sterili paradigmi quali 'scontro di mercati' o dualismi 'individualismo vs. comunitario' che hanno dominato il dibattito politico ed economico degli ultimi decenni. Combinando differenti approcci in un'ottica interdisciplinare (riconducibili alla storia politica, culturale, economica e sociale), un ulteriore obiettivo è proporre una diversa chiave interpretativa alla diffusione delle conoscenze acquisite nelle ricerche in campo umanistico.
La ricerca si concentra sull'idea di frontiera come spazio "geopolitico", e come entità simbolica, e sull'analisi dei luoghi in continua definizione burocratica e amministrativa. Si tratta di spazi in cui precipitano e si solidificano i problemi legati alla frontiera, attraversata da uomini, tecnologie, merci, capitali e culture, e continuamente ridefinita dalla relazione fra i centri di governo, le comunità locali, i corpi giurisdizionali (dalle corporazioni mercantili ai consolati del mare), i singoli individui (forestieri, mercanti, viaggiatori e diplomatici). La frontiera si allarga o si restringe in relazione a logiche politiche ed esigenze di sicurezza del territorio, dettate a loro volta da congiunture di carattere economico e sociale. In primo luogo i governanti definiscono le modalità della difesa militare della frontiera e quelle del suo attraversamento legale. L'attività coordinatrice del centro s'intreccia in modo indissolubile con l'azione delle comunità locali. Il ruolo del territorio diventa, infatti, particolarmente propositivo nei momenti di emergenze (belliche, alimentari, sanitarie), durante le quali è necessario approntare soluzioni immediate: in antico regime, le comunità forniscono denaro, approvvigionano le truppe, organizzano la milizia civica, gestiscono il sistema di vigilanza sanitaria. In secondo luogo un simile ruolo è svolto dai corpi giurisdizionali e dai singoli individui: tanto i primi, quanto i secondi possono da un lato offrire strumenti di controllo diretto sui movimenti di merci, uomini e capitali, dall'altro attraversare e riplasmare il concetto stesso di 'frontiera' entrando in diretto contatto con l'autorità centrale, ottenendo privilegi ed esenzioni per il transito degli stessi.
La comprensione delle modalità di controllo, regolamentazione per il passaggio delle frontiere sarà analizzato attraverso tre momenti. Il primo riguarda lo studio dell'organizzazione della frontiera e della sua permeabilità: quali sono i criteri per l'attraversamento in modo legale? Quali istituzioni erano preposte al controllo sul transito di uomini e merci? Come si mettono in relazione le pratiche locali di riconoscimento dello status di straniero con quelle emergenti a livello nazionale a partire dal XIX secolo? Come agiscono gli attori economici (commercianti, imprenditori) nei confronti delle istanze politiche? In un secondo tempo verranno analizzate le pratiche di policy making da parte delle autorità locali, a partire dalla comunicazione con l'autorità statale e con quelle giudiziarie: da dove venivano le istanze di scambio, controllo o respingimento? Dal basso o dall'alto? E attraverso quali percorsi erano prese le decisioni in merito (vigilanza e/o accoglienza)? Quali livelli di autorità (governo, istituzioni intermedie, rappresentanti locali) erano coinvolti nei processi decisionali e con quale ruolo? Infine si concentrerà l'attenzione sull'impatto della frontiera sulla dimensione politica, economica e sociale dei vari contesti urbani. I processi decisionali implicavano una trasformazione delle realtà dei quartieri e del loro popolamento, una loro ridefinizione, la creazione di identità transfrontaliere? Qual è l'impatto dell'andamento dei fenomeni migratori in entrata e in uscita sull'organizzazione spaziale dei territori? Esiste una ridefinizione dei ruoli di genere in relazione a tali mutamenti? Inoltre si indagheranno le modalità e i canali dell'interazione politica, sociale e culturale, nonché le forme e i modi della circolazione di uomini, merci e culture tra le due aree, tenendo presente la dinamica geopolitica determinata dal rapporto con gli imperi politicamente domimanti.
La prospettiva di lungo periodo proposta, dal medioevo ad oggi, farà così emergere non solo i cambiamenti nelle interazioni fra poteri e istituzioni, ma anche gli eventuali elementi di continuità, invitando così a un ripensamento o a un perfezionamento delle politiche messe in atto dalle istituzioni urbane e statale.

Research goals

L'obiettivo principale sarà quello di comprendere le modalità di controllo, regolamentazione per il passaggio delle frontiere. Esso sarà analizzato attraverso vari momenti. Si inizierà con lo studio dell'organizzazione della frontiera e della sua permeabilità. Saranno poi analizzate le pratiche di policy making da parte delle autorità locali, a partire dalla comunicazione con l'autorità statale e con quelle giudiziarie. E ancora si concentrerà l'attenzione sull'impatto della frontiera sulla dimensione politica, economica e sociale dei vari contesti urbani. Inoltre si indagheranno le modalità e i canali dell'interazione politica, sociale e culturale, nonché le forme e i modi della circolazione di uomini, merci e culture tra le due aree, tenendo presente la dinamica geopolitica determinata dal rapporto con gli imperi politicamente dominanti.
Un obiettivo non secondario sarà ragionare sulla valenza delle funzioni di controllo "frontaliero", per capire fino a che punto lo studio delle misure meramente tecniche risponda a precise logiche politico-giurisdizionali (e quanto sia definito in questo senso il livello di integrazione centro-periferia); e quale sia - anche alla luce di una percezione "dal basso" di quest'azione di difesa e sorveglianza - il grado di efficienza del sistema e il livello di sicurezza percepito, chiaramente fondamentali in vista della creazione del consenso sociale verso i ceti dirigenti.

Last update: 05/01/2025