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DIVA - un progetto europeo per aumentare la presenza femminile nella ricerca scientifica

La necessità di aumentare le pari opportunità nella scienza è considerato un fattore chiave per lo sviluppo economico e scientifico. E' sufficiente ricordare che al summit di Barcellona del 2002, il Consiglio Europeo ha deciso di aumentare la spesa per ricerca e sviluppo in Europa e di incrementare il numero di ricercatori di più del 50%. Una grossa opportunità per raggiungere questi obiettivi risiede nell'utilizzazione del potenziale umano esistente, ma inutilizzato; il genere femminile, che costituisce la maggior parte dei laureati ma solo una minoranza del personale impegnato nella ricerca, rappresenta il maggiore bacino di questo potenziale umano a cui attingere.
Alla luce di queste considerazioni, è stato avviato il progetto DIVA, che ha avuto l'obiettivo di diffondere la cultura delle pari opportunità e dell'equità di genere nella scienza attraverso interventi di sensibilizzazione rivolti a studenti delle scuole medie superiori, ricercatori che operano nei centri di ricerca e nelle università, amministratori locali e politici. DIVA è un progetto finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito dell'FP6- Programma "Strutturare lo spazio europeo della ricerca" - "Scienza e società: Donne Scienza", ha avuto durata biennale e si è concluso nell'autunno del 2007.
Il progetto DIVA ha seguito un approccio innovativo, che si è sostanziato nella messa a punto di una serie di strumenti e azioni destinati a rendere consapevoli le studentesse della loro preparazione e dei successi che hanno all'università e che il lavoro di ricerca è adatto alle donne, le ricercatrici degli squilibri di genere esistenti nel mondo della ricerca e dell'esistenza di stereotipi di genere, gli amministratori ed i politici della necessità di operare con strumenti adeguati per favorire l'eguaglianza di genere nel mondo scientifico. Il progetto si è realizzato in località del nord, centro e sud d'Italia e in totale ha coinvolto circa 1700 studenti, 400 ricercatori e 380 politici e manager.
La metodologia e gli strumenti utilizzati sono stati di diverso tipo a seconda del tipo di gruppo da sensibilizzare. Per esempio, per gli studenti è stato prodotto un video sulla storia di 4 scienziate italiane che illustrano la loro vita e i loro successi nel lavoro ed una serie di diapositive sulla presenza e le votazioni ottenute delle ragazze nelle diverse facoltà universitarie. La metodologia adottata da DIVA nelle scuole prevedeva una discussione aperta con gli studenti in cui i ragazzi potevano porre domande, esprimere dubbi e perplessità sul lavoro scientifico. È stato anche chiesto agli studenti di compilare un questionario aperto in cui commentare il video e sia i ragazzi che le ragazze sono rimasti colpiti dalla passione di chi fa scienza e anche dal divertimento che può derivare dall'impegnarsi in questo lavoro. Il metodo utilizzato è stato molto efficace e ha catturato l'attenzione dei ragazzi: le lezioni hanno riscosso interesse fra gli studenti, che si sono mostrati partecipi alla discussione e talvolta sorpresi dalla varietà dei campi della ricerca scientifica. L'aver avuto la possibilità di parlare con ricercatrici donne e la visione del video hanno dato alle ragazze l'opportunità di parlare di scienza e della professione dello scienziato. Il problema delle pari opportunità non è recepito come rilevante dalle studentesse: le ragazze si sentono del tutto uguali ai loro giovani coetanei e solo alcune sono apparse consapevoli che in futuro questa parità possa venir meno e hanno sollevato il tema della conciliabilità lavoro-famiglia, di quanto possa essere complesso per una donna spostarsi dal proprio luogo di origine, o, più semplicemente, passare dei periodi di studio o di lavoro all'estero.
Il progetto ha fornito raccomandazioni e suggerimenti per aumentare la presenza delle donne nelle carriere scientifiche. In particolare è stata rilevata: la necessità di cambiare l'immagine della scienza e degli scienziati, aumentare la visibilità delle donne di successo nel mondo scientifico; promuovere la figura di role model femminili, combattere i meccanismi di auto-esclusione; garantire la trasparenza nella valutazione del merito; introdurre le quote di genere per garantire la presenza femminile negli organismi che decidono le politiche scientifiche e nel management delle istituzioni di ricerca.