Focus

LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO TRAMITE MISURE NON STRUTTURALI

Nel recente passato in tutta l'area del Mediterraneo si sono verificati numerosi eventi catastrofici quali inondazioni, colate di detrito e frane.
Tali eventi hanno evidenziato la necessità di provvedere:
· ad una implementazione di sistemi di preannuncio idrometeorologico al fine di conoscere con sufficiente anticipo la manifestazione degli eventi estremi;
· di definire adeguate strategie per l'emissione degli allarmi e delle allerte alle autorità locali ed alla popolazione coinvolta.
Infatti, i piani di emergenza basati sugli allarmi tempestivi, soprattutto in area urbana, appaiono come la misura, di tipo non strutturale, più efficiente per mitigare il rischio idraulico, se disseminati con sufficiente anticipo e con idonea affidabilità.
Con l'introduzione dei sistemi remoti di misura della precipitazione (radar meteorologici e satelliti geostazionari e polari) e, tramite la possibilità di stimare i campi di pioggia con i modelli ad area limitata (LAM's), è possibile creare sistemi complessi di preannuncio alle differenti scale idrologiche di interesse.
All'aumentare della superficie dei bacini esaminati e del relativo tempo di risposta, il preannuncio necessario è basato su dati ed informazioni differenti:
1. per bacini con tempi di corrivazione inferiori alle tre ore (ovvero aventi superfici inferiori ai 400 Km2), il preannuncio viene fatto esclusivamente sulla base di previsioni meteorologiche;
2. per bacini con tempi di corrivazione compresi tra le tre ore e le sette ore (superfici compresi tra 400 Km2 e 1000 Km2) il preannuncio viene fatto sulla base di previsioni meteorologiche e di osservazione di grandezze pluviometriche;
3. per bacini con tempi di corrivazione maggiori alle sette ore (superfici dei bacini superiori ai 1000 Km2), il preannuncio viene fatto sulla base di osservazioni di parametri pluviometrici e di grandezze idrometriche.
I diversi livelli necessari per mitigare il rischio idraulico in modo completo, comprendendo il monitoraggio, il preannuncio ed un sistema di supporto alle decisioni possono essere riassunti in:
1. acquisizione dei dati in tempo reale;
2. analisi dei dati, verifica e, se necessario, ricostruzione dei dati mancanti;
3. preannuncio della pioggia basato sulle ultime misure o sulle previsioni generate dai LAM;
4. preannuncio delle portate di piena, basato sulle misure dirette e/o sulle previsioni di pioggia;
5. previsione delle portate e simulazione della propagazione lungo l'alveo, tramite modelli idraulici, al fine di identificare le aree inondabili;
6. definizione dei diversi scenari di intervento e simulazione dei rispettivi effetti; in questa fase di stato di emergenza dichiarato, tutte le attività incluse ai precedenti punti 2, 3, 4 e 5, che rappresentano la fase del preannuncio generalmente implementate in modo automatico, devono poter essere riviste e modificate al fine di poter verificare gli effetti delle possibili alternative in corso d'opera.