Intervento del Presidente

Il Cnr attore principale nei campi della ricerca e della prevenzione dei rischi geo-idrogeologici

01/12/2016

Si riporta l'intervento di apertura di Massimo Inguscio al convegno 'Prevenzione civile. Dalle emergenze a casa Italia' del 24 novembre 2016. 

I fenomeni di dissesto geo-idrologico (frane, colate di detriti, inondazioni, erosioni, siccità) sono endemici nel nostro paese e sono dovuti alle caratteristiche fisiche del territorio.
L’impatto che il dissesto ha sulla popolazione, i beni, le risorse e le economie è però dovuto anche ad azioni umane: il costo per la comunità è in crescita, e ha raggiunto – e in alcuni anni superato – un miliardo di euro l’anno; un costo difficilmente sostenibile.
È urgente, quindi, un programma nazionale di mitigazione del rischio geo-idrologico che sviluppi strategie di adattamento, che sostenga azioni per ridurre le perdite di vite umane ed economiche e aumenti la resilienza dei fragili territori.
Il successo di un simile programma nazionale è legato a un altrettanto urgente programma di ricerca sui rischi geo-idrologici. L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di vittime prodotte da eventi geo-idrologici: oltre 7000 fra morti, feriti e dispersi negli ultimi 60 anni. Dal 1950 ad oggi le sole frane hanno causato circa 4000 morti, 2300 feriti e oltre 200.000 sfollati e senzatetto. E’ quindi indispensabile un’azione del governo finalizzata ad avviare un programma nazionale di ricerca sul rischio: serve un cambio di paradigma che metta la ricerca scientifica al centro della soluzione del problema del dissesto geo-idrologico e dei rischi in generale.
La conoscenza dei fenomeni naturali che generano rischi per la popolazione e le infrastrutture e la definizione di strumenti per la mitigazione del rischio idro-geologico sono da sempre tematiche di ricerca di primaria importanza per il Cnr.
Nella sua storia, l’Ente ha affrontato le problematiche connesse con i rischi naturali svolgendo azioni di promozione e sviluppo di ricerche interdisciplinari, coordinamento di gruppi di lavoro e consulenza scientifica per vari enti. Esempi sono il Gruppo nazionale per la difesa dalle catastrofi idrogeologiche, il Progetto finalizzato geodinamica, il Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti e la recente costituzione del Centro per la microzonazione sismica e le sue applicazioni (CentroMS).
Tra gli  istituti del Cnr partecipanti e afferenti al dipartimento Cnr di Scienze del sistema terra e tecnologie per l'ambiente, il più coinvolto nella ricerca scientifica e sviluppo tecnologico nel settore dei rischi naturali è l’Istituto per la ricerca e la protezione idrogeologica (Irpi), con particolare attenzione ai rischi geo-idrologici: qui si producono conoscenze sui fenomeni naturali pericolosi e sulle loro interazioni con l’ambiente; vengono sviluppate tecnologie e prodotti utili alla definizione e alla mitigazione del rischio, alla corretta pianificazione territoriale, e per la gestione efficace e sostenibile del territorio e dell’ambiente.
Come ‘Centro di competenza’ del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, l’Irpi ha inoltre sviluppato ricerche applicative e fornito consulenza tecnico-scientifica a seguito di eventi calamitosi contribuendo, anche, all’identificazione di aree idrogeologicamente sicure per la costruzione di nuovi insediamenti nelle aree colpite dai terremoti del 1997 in Umbria e nelle Marche, del 2009 in Abruzzo, e ora nelle aree colpite dai sisma di agosto e ottobre. Inoltre, per il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, l’Irpi-Cnr ha progettato e sviluppato ‘Sanf’  – il sistema prototipale d’allertamento per la previsione della possibile occorrenza di frane indotte dalla pioggia in Italia .
Anche le ricerche sismologiche e geologiche hanno una storia lunga nel Cnr.  Gli studi, svolti nell'ambito del Progetto finalizzato Geodinamica, che seguirono i terremoti del 1976 in Friuli e del 1980 in Irpinia, portarono a un sostanziale sviluppo delle conoscenze sulla sismicità del territorio e permisero, per la prima volta in Italia, la formulazione di una proposta di classificazione sismica. La proposta dell’Ente fu presentata al governo e tradotta in una serie di decreti da parte del Ministero dei lavori pubblici tra il 1980 ed il 1984.
A livello nazionale, inoltre, nell’ambito del Progetto finalizzato geodinamica, furono eseguiti i primi studi di microzonazione sismica in collaborazione con le regioni.
Dopo i tragici eventi dell’Irpinia, nell'ambito delle attività di ricerca del Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti del Cnr, il progetto ‘Pericolosità sismica del territorio nazionale’ permise di realizzare una stima aggiornata della pericolosità sismica d'Italia.
Negli ultimi 10 anni (a partire dall’Accordo quadro Dipartimento protezione civile-Consiglio nazionale delle ricerche), il Cnr ha svolto attività di consulenza tecnico-scientifica per il Dpc, del quale è Centro di competenza dal 2006. Insieme agli altri organismi di ricerca ha fornito un valido contributo al Sistema di Protezione Civile, partecipando attivamente alle fasi di emergenza e post-emergenza dei terremoti dell’Abruzzo (2009), dell’Emilia (2012) e dei recenti terremoti che hanno interessato l’Italia centrale.
In relazione agli ultimi eventi sismici, grazie ai suoi ricercatori e in coordinamento con gli altri Enti di ricerca, il Cnr attraverso gli istituti Igag (Istituto di geologia ambientale e geoingegneria), Irea (Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente) e il già citato Irpi si è attivato già dalle prime ore successive all’evento del 24 agosto, fornendo supporto tecnico scientifico al Dipartimento della protezione civile per la gestione delle attività post-evento. Le immagini acquisite dai satelliti (Interferometria SAR, mediante le Sentinelle di Copernicus, Cosmo-SkyMed, e i satelliti giapponesi Alos) hanno consentito di studiare le deformazioni indotte dagli eventi sismici, permettendo di comprendere meglio le dinamiche di attivazione delle faglie e i terremoti.
La stessa tecnologia ha permesso anche il monitoraggio delle infrastrutture e degli edifici nel centro di Roma: sono state evidenziate, per esempio, alcune deformazioni degli edifici in viale Giustiniano Imperatore.
E ancora, grazie all’elaborazione dei dati ripresi dai satelliti Cosmo Sky-Med, dell’Agenzia Spaziale Italiana si è potuta osservare la deformazione prodotta dal sisma di Amatrice del 24 agosto u.s.: grazie a queste immagini i ricercatori hanno potuto capire di quanto si è spostata la faglia del terremoto, è stato possibile anche individuare una massa di detriti di 3-4 milioni di m3 lungo le pendici del Monte Vettore che si è spostata (abbassata) di 10-15 cm a causa del terremoto, e registrare come l’area ad Est di Norcia si sia abbassata di oltre 60 cm dopo il sisma di ottobre.
Tramite il Centro per la microzonazione sismica e le sue applicazioni (CentroMS), che opera sotto il coordinamento del Dipartimento di scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente (Dta) e coinvolge 17 tra istituti di enti di ricerca e dipartimenti universitari, il Cnr ha messo a disposizione le proprie competenze a supporto della ricostruzione nelle aree maggiormente colpite dai recenti eventi sismici, attraverso gli studi di microzonazione sismica e di valutazione della risposta sismica locale, che trovano applicazione nella pianificazione urbanistica e nella progettazione.
Infine, l’Ente contribuisce al progetto Casa Italia, in particolare al Tavolo tecnico ‘Dati e informazioni’, mettendo a disposizione banche dati e metodologie avanzate: a tale scopo il 12 settembre 2016 è stato costituito il gruppo di lavoro ‘Cnr per Casa Italia’ finalizzato al coordinamento delle risorse scientifiche e operative dell’Ente.