27/09/2022
La sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test) della Nasa ha impattato con successo contro il piccolo asteroide Dimorphos per deviarne la traiettoria: l'impatto è avvenuto nella notte del 26 settembre a 13 milioni di chilometri di distanza dalla Terra, sperimentando per la prima volta la tecnica dell'impatto cinetico: una tecnologia che potrebbe rivelarsi utile per proteggere il nostro pianeta dall'eventuale impatto di un asteroide minaccioso.
A catturare i primi dati e le prime immagini di questo storico momento è stato il minisatellite LiciaCube dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi): realizzato dall'azienda Argotec di Torino, è il risultato di un ampio progetto tutto italiano al quale partecipa anche il Cnr con l'Istituto di fisica applicata "Nello Carrarra" (Cnr-Ifac) oltre a Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna e Università Parthenope di Napoli.
LiciaCube è stato lanciato in orbita lo scorso novembre con la sonda Dart: è il primo satellite tutto italiano a operare in totale autonomia da una distanza alla quale nessun veicolo italiano si era mai avventurato, ed è gestito da un centro di controllo in Italia, come ha chiarito il responsabile della missione LiciaCube per Asi Simone Pirrotta.
Le due camere ospitate a bordo del cubesat italiano hanno acquisito una serie di immagini che verranno inviate a Terra nelle prossime settimane, quindi interpretate e confrontate con i modelli teorici: ruolo del Cnr-Ifac è, in particolare, quello di studiare la dinamica delle particelle emesse dal cratere al momento dell’impatto. "Si tratta di una dinamica complessa, influenzata dalla forma irregolare di Dimorphos, dalla presenza di Didymos e dalle perturbazioni dovute alla pressione di radiazione, dovuta ai fotoni della luce solare che “spingono” le particelle alterandone il moto", spiega il ricercatore Alessandro Rossi (Cnr-Ifac).
"Le immagini inviate in streaming dalla NASA nel corso della nottata - ora reperibili anche su YouTube - hanno prima mostrato l'avvicinarsi della sonda DART al sistema binario composto da Didymos e dalla sua luna Dimorphos. Dopodiché la sonda ha puntato direttamente Dimorphos trasmettendo immagini sempre più dettagliate fino all'istante dell'impatto, avvenuto perfettamente secondo le previsioni, e testimoniato da una foto molto ravvicinata della superficie, interrotta nel corso della trasmissione. Le immagini mostrano chiaramente un oggetto composto da un aggregato di rocce e polvere (un cosidetto rubble-pile in inglese) tenute insieme dalla debole gravità del corpo. Nei minuti appena precedenti e seguenti l'impatto, LiciaCube ha scattato centinaia di immagini dell'evento. Le prime foto sono state ricevute dal centro di controllo di Argotec già nella notte e sono in corso di analisi, mentre la maggioranza dei dati richiederanno alcune settimane per essere inviati a terra a causa delle dimensioni ridotte del sistema di trasmissione a bordo del cubesat. Decine di grandi telescopi basati a terra e nello spazio (incluso lo Hubble Space Telescope ed il James Webb Space Telescope) erano puntati verso Dimorphos per testimoniare lo storico impatto e le prime immagini di queste osservazioni saranno presto diponibili per gli studi della comunità scientifica", chiarisce ancora il ricercatore.
Capire la fisica dell’impatto sarà essenziale per estrapolare i risultati di questo primo test ad altri asteroidi che potremmo dover deviare in futuro e che avranno forme, dimensioni e composizione diverse.
Per informazioni:
Alessandro Rossi
Cnr - Ifac
a.rossi@ifac.cnr.it
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