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Piattaforme innovative, telerilevamento, modelli oceanici e banche dati per "salvare" il Mediterraneo

29/02/2024

Una piattaforma innovativa per il monitoraggio e la gestione in tempo reale del Mar Mediterraneo centrale ma anche un laboratorio integrato per il telerilevamento, modelli oceanici, analisi chimiche e misure in situ e da remoto delle proprietà marine. Sono alcuni dei risultati e delle attività condotte  nell’ambito del progetto "Marine Hazard", finanziato con la misura PON “Ricerca e competitività 2007-2013” e coordinato dal Cnr, cui partecipa anche l’ENEA.

La piattaforma consiste in una vera e propria banca dati “open source” in continua espansione che, grazie alla tecnologia WebGIS, è in grado di integrare, gestire e condividere informazioni ambientali e geospaziali e di monitorare in tempo reale differenti proprietà e parametri marini, anche relativi alla contaminazione naturale e antropica. E' stata sviluppata dai Laboratori di Osservazioni e Misure per l'Ambiente e il Clima e di Protezione delle Infrastrutture Critiche dell’ENEA, in collaborazione con il Cnr, nell'ambito delle attività finalizzate allo sviluppo di un laboratorio integrato per il telerilevamento: oltre ai dati da misurazioni in situ e da telerilevamento provenienti dagli Osservatori dell’ENEA di Lampedusa e del Cnr di Capo Granitola (Sicilia), il maxi-laboratorio è in grado di ricevere ed elaborare informazioni relative all’Osservazione della Terra dal “Copernicus Marine Environment”, e di mettere a disposizione della comunità scientifica e delle istituzioni un archivio pluriennale di dati satellitari giornalieri, consultabili e scaricabili.

 “Tramite l’integrazione delle misure effettuate presso il Laboratorio di Lampedusa e da satellite, è stato possibile studiare alcuni dei fenomeni che impattano sul mare e le coste del Mediterraneo come le ondate di calore che nel 2022-23 sono risultate eccezionali per durata ed intensità o le intense precipitazioni dello scorso febbraio nella Sicilia Sud-orientale”, sottolinea Giorgio Di Sarra Laboratorio di Osservazioni e Misure per l'Ambiente e il Clima di ENEA.

Il Laboratorio per il telerilevamento è strutturato in varie componenti: da centro di acquisizione e integrazione dati, a laboratorio di riferimento per la caratterizzazione, configurazione strumentale e verifica dei dati di Osservazione della Terra; dallo sviluppo di nuove piattaforme e nuovi sistemi osservativi attraverso la realizzazione e caratterizzazione di nuovi sensori, all’integrazione di tecniche di osservazione da Terra e dallo Spazio nel sistema webGIS flessibile ed espandibile; fino all’implementazione di nuovi algoritmi e metodi per la caratterizzazione dell'ambiente marino.

“Uno dei grandi vantaggi della piattaforma WebGIS risiede nella capacità di poter essere utilizzata da utenti diversi e per finalità specifiche, a seconda degli obiettivi e delle competenze”, evidenzia Maurizio Pollino, responsabile del Laboratorio per la protezione delle infrastrutture critiche dell’ENEA. “Ad esempio, è possibile inserire agevolmente i propri dati nel sistema ed integrarli con quelli delle osservazioni satellitari validate. Questo tipo di funzionalità è particolarmente utile per gli utenti delle agenzie ambientali e delle amministrazioni locali e per questo il suo applicativo è in costante potenziamento con nuovi documenti e funzioni”.

Inoltre, grazie a un modello oceanico innovativo che riproduce in modo realistico la circolazione superficiale del Mediterraneo, i ricercatori hanno effettuato uno studio ad altissima risoluzione dei modelli di circolazione sul vulcano sottomarino “Palinuro”, a circa 65 chilometri dalle coste del Cilento: i risultati dell’analisi hanno fornito importanti indicazioni per le attività di mitigazione di effetti conseguenti ad attività di estrazione di risorse minerarie in ambiente marino. Le attività sono state condotte da un team composto da esperti delle Divisioni Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali e di Protezione e valorizzazione del territorio e del capitale naturale.

Sempre nell'ambito del progetto, l’ENEA inoltre ha contribuito allo sviluppo di una piattaforma mobile e integrata delle tecnologie di bonifica di sedimenti marini, provenienti da aree costiere contaminate da metalli e sostanze organiche, come mercurio, arsenico e idrocarburi. Le attività di caratterizzazione dei sedimenti, sviluppo delle metodiche analitiche e validazione dei risultati, sono state condotte dalla divisione di Protezione e valorizzazione del territorio e del capitale naturale dell’ENEA, nelle aree pilota dei siti contaminati di Bagnoli (NA) e Augusta (SR). Per quanto riguarda il ripristino dei fondali marini degradati, sonon stati condotti studi specifici di caratterizzazione del moto ondoso nel Golfo di Palermo, area coinvolta in un intervento di ripristino e riforestazione con Posidonia oceanica. Nell’ambito del progetto, infatti, sul fondale marino della zona sarà realizzato un sistema innovativo in plastica biodegradabile per il fissaggio di talee di Posidonia oceanica, allo scopo di favorirne l’attecchimento, la crescita e la dinamica naturale di sviluppo.

Oltre all’ENEA e al Cnr partecipano al progetto "Marine Hazard": INGV, INFN, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, Stazione Zoologica Anton Dohrn, CoNISMa e le imprese Leonardo, Orion, Enviroconsult, Mater e Cericit.

Per informazioni:
Alcide Di Sarra
ENEA
alcide.disarra@enea.it
Maurizio Pollino, ENEA, email: maurizio.pollino@enea.it
Mario Sprovieri, direttore Cnr-Ismar, email: mario.sprovieri@cnr.it

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