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Verso la "Mission Oceans" di Horizon Europe

23/06/2020

Locandina dell'evento del 23 giugno 2020
Locandina dell'evento del 23 giugno 2020

Il prossimo programma quadro per la Ricerca della Unione Europea, Horizon Europe, ha introdotto il concetto di mission come una delle iniziative mirate a trovare soluzioni alle sfide globali. La Commissione Europea ha quindi costituito nel 2019 i cosiddetti Mission Boards, dove 15 esperti per ogni missione sono stati invitati a contribuire nella identificazione degli obiettivi e le tempistiche per l’implementazione delle attività specifiche (https://ec.europa.eu/info/news/commission-announces-top-experts-shape-horizon-europe-missions-2019-jul-30_en).

Delle cinque missioni, quella chiamata “Healthy Oceans, Seas, Coastal and Inland Waters” affronta le sfide legate ad un sistema altamente complesso in termini non solo ambientali, ma di interconnessione tra discipline, settori industriali, normative locali e globali. I 15 membri del Mission Board sono stati chiamati a risolvere quindi il problema di identificare obiettivi e azioni che raggiungano un compromesso tra fattibilità, impatto, visibilità e coerenza con altre iniziative del contesto europeo.

La missione “mare” si è trovata fin da subito a dover rivedere la proposta iniziale focalizzata su “plastic free oceans”. Tale proposta infatti non aveva il supporto dei paesi europei non bagnati dal mare e di quelli che ritenevano fosse principalmente un problema le cui soluzioni non fossero legate propriamente al mare, ma alla gestione socio-economica dei rifiuti in generale e lo sviluppo di nuovi materiali. La missione quindi ha allargato la sua visione alla problematica più ampia sull’inquinamento marino e dei sistemi acquiferi anche terrestri. Sono stati mesi di dibattiti serrati, in cui la Commissione ha cercato di guidare il processo verso un risultato che fosse ben rivendibile in termine mediatico e in linea con le priorità politiche dell’Unione. A proposito, ricordiamo che i due grandi aspetti della nuova presidenza Von del Leyen sono “Digital” e “Green Deal”, ovvero una forte attenzione alla digitalizzazione e alla cura per gli aspetti ambientali del sistema produttivo in generale.

Il problema della missione “mare” restava quindi quello di riuscire a identificare un tassello di un mosaico complesso e ampio, i cui obiettivi fossero chiaramente misurabili, raggiungibili e riconoscibili dal cittadino. Nel frattempo, nel contesto della definizione di Horizon europe, sono stati definiti due partenariati focalizzati sugli aspetti marino-marittimi: uno di stampo prettamente marittimo e guidato principalmente dalla piattaforma tecnologica dei trasporti marittimi, e l’altro piu' generale nel settore marino, guidato dalle iniziative regionali europee (Baltico, Mediterraneo, Atlantico e Mar Nero) e dalla Iniziativa di Programmazione Congiunta JPI Oceans. In pratica, la missione “mare” si è trovata in mari agitati tra venti che soffiavano in direzioni contrarie e onde turbolente, rallentando la sua navigazione verso una proposta condivisa.

Nel mission board “mare”, nonostante la riconosciuta rilevanza scientifica e industriale sia italiana che norvegese, è presente un solo rappresentante italiano che ha avuto quindi il compito difficile di riuscire a proporre una visione scientificamente valida e politicamente accettabile. Il board vede come chair il francese Pascal Lamy, ex Commissario Europeo, e tra gli altri componenti, il precedente chair della commissione parlamentare europea sui mari Searica (la tedesca Gesine Meissner), e una ex direttore generale della Commissione (la inglese Lovry Ewans).

Vogliamo ricordare che a Bruxelles, l’ affare mare è principalmente guidato da quelle organizzazioni che hanno una forte e cospicua presenza fisica e riconoscimento istituzionale: per la parte marittima dalla piattaforma tecnologica, per la parte marina da una serie di attori quali la JPI Oceans, il Marine Board, e i cospicui uffici tedeschi (Kdm) e francesi (Ifremer), che sono dedicati specificatamente agli aspetti marini. A fronte quindi di una ben nota dominanza franco-tedesca delle attività di lobby a Bruxelles, legata sia alle grandi capacità finanziarie che di forte sostegno nazionale, gli uffici di Bruxelles del Cnr e dell’ Università Norvegese per la Scienza e Tecnologia (Ntnu) hanno lanciato un percorso mirato al posizionamento strategico dei due enti all’interno del processo che porta alla definizione della mission, tenendo informato il rappresentante italiano dei diversi sviluppi.

E’ stata quindi  riunita una "piccola rete " di esperti provenienti da una varietà di istituzioni di ricerca (Helmholtz, Cnrs, Cnr, Ird, Ntnu, Ifremer, Uptec, Università di Plymouth) per discutere e identificare gli aspetti chiave che possano facilitare il lavoro del Mission Board. Un primo passo è consistito nel redigere un documento di riflessione sull’approccio generale alla mission: aspetti generali calati nella realtà delle problematiche marino-marittime, proposti in bozza dagli uffici di Bruxelles e rivisti e accettati dagli esperti. Questo primo documento di riflessione è stato quindi presentato ad una conferenza Europea che si è svolta a Bruxelles il 10 ottobre 2019, con la partecipazione di oltre 300 invitati, i principali attori istituzionali della Commissione e del Parlamento Europeo, e la presentazione come key-nore speaker da parte di un nostro direttore di istituto (https://www.ntnu.edu/ntnu-european-conference-2019/, https://www.cnr.it/it/news/8960/il-posizionamento-strategico-del-cnr-verso-la-mission-oceans-di-horizon-europe)

Un secondo passo è consistito nel monitorare le attività del mission board e preparare una proposta che potesse costituire uno degli ingredienti della mission stessa. Non si tratta di sostituirsi ad alcuno degli attori istituzionali responsabili delle decisioni, ma di contribuire in maniera sostanziale e visibile attraverso una sorta di consultazione spontanea, e soprattutto accrescere il posizionamento strategico nel settore marino e il riconoscimento europeo dei due enti organizzatori.

Il contenuto specifico della proposta è stato identificato basandosi su alcune considerazioni: 1) l’Italia, in particolare attraverso personale Cnr, coordina azioni europee nell’ambito della JPI Oceans, mirate alla comprensione del sistema mare e del supporto alle direttive europee (http://www.jpi-oceans.eu/science-good-environmental-status-s4ges), 2) il Cnr ha una grande capacità e riconoscimento strategico nel campo delle osservazioni e integrazione dei dati, 3) la Norvegia ha come asset industriale l’acquacoltura, 4) le priorità politiche europee sulla digitalizzazione e sull’importanza del coinvolgimento dei cittadini sono una realtà, anche in questa fase di emergenza covid-19.

E’ stato quindi redatto un documento di input verso il mission board, che promuove il coinvolgimento industriale nel contribuire alla rete osservativa e all’integrazione dei dati verso una comprensione e gestione sostenibile dei mari. La proposta include tutti i giustificativi per i quali è in linea con quanto la Commissione richiede come requisiti per le Missions, ma non pretende di sostituire la visione generale della mission stessa, che comunque si focalizzerà sugli aspetti di inquinamento e di digitalizzazione.

Il documento verrà presentato il 23 giugno ad un evento cui parteciperanno attivamente i rappresentanti del Mission Board, della Commissione Europea e dei maggiori attori nello scenario marino-marittimo europei, quali il Cnr. L'evento, a seguito dell'emergenza Covid-19, permettera' il collegamento in remoto, il cui link verra' comunicato ai registrati.

Al momento sono previsti più di duecento partecipanti, la cui scadenza per la registrazione e’ alle 10 del 22 giugno al sito

https://www.eventbrite.com/e/towards-a-mission-on-healthy-oceans-tickets-107200993056

 

Per informazioni:
Pier Francesco Moretti
Cnr - Unità relazioni europee e internazionali
pierfrancesco.moretti@cnr.it

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