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Presentazione risultati del progetto ARTEMISIA

15/01/2024

sensori nelle sale del Museo
sensori nelle sale del Museo

Il tema dell’analisi del pubblico negli spazi museali è stato oggetto di vari studi e per diversi scopi, generalmente legati all’ottimizzazione dei flussi, al benessere psico-fisico dell’utente e all’efficacia della narrazione museale. Tutte queste analisi vengono normalmente compiute attraverso due approcci metodologici basati rispettivamente sull'osservazione automatica (sensoristica) o su quella umana.

Una novità nel panorama si è verificata con l'introduzione sul mercato di un nuovo tipo di sensori, basato su tecnologia Computer Vision in grado di visualizzare dall'alto le sagome dei visitatori sotto forma di silhouette e fotografare la situazione, inclusiva dell'orientamento del volto, con una frequenza di quattro volte al secondo (in forma naturalmente anonima). Si è quindi pensato di utilizzare questo tipo di sensori per gettare le basi di nuove modalità di analisi di pubblico, innovando il processo metodologico e permettendo approcci focalizzati sulle traiettorie e i tempi di stazionamento che consentano l'utilizzo di analisi complesse.

Dato l’interesse della Sovrintendenza Capitolina, che ha messo a disposizione per la sperimentazione di progetto le sale del Museo di Roma a Palazzo Braschi, sono state utilizzate due sale del museo - nella sezione della mostra permanente dedicata ai dipinti che tracciano la storia della città fra il Medioevo e l’Età Moderna - rispettivamente all’inizio e alla fine del percorso. Le applicazioni in prospettiva di queste linee di analisi sono molte. Fra le altre: la possibilità di definire modelli predittivi sul comportamento per regolare in tempo reale i flussi, l’individuazione di curve d’attenzione su cui calibrare gli allestimenti, la comprensione più approfondita del benessere emotivo, delle sue cause e delle sue dinamiche, generato dall’esperienza della fruizione artistica.

Il progetto ha messo a fuoco una metodologia per l'utilizzo di questo tipo di sensori in un contesto museale, da cui si possano ottenere una serie di dati di utilità. La ricerca si è quindi orientata in due direzioni: da un lato la realizzazione di un'applicazione commerciale da parte dell'azienda (obiettivo previsto dal bando) che consentisse il monitoraggio in tempo reale da parte dei gestori museali di vari parametri relativi al proprio museo (spettatori, tempi medi di osservazione delle singole opere, tempi di permanenza nelle sale, etc.); dall'altro la realizzazione di una prima serie di sperimentazioni del nuovo approccio analitico, nel tentativo di rilevare aspetti non focalizzati precedentemente del pubblico museale, come ad esempio i fattori emotivi individuali nella visita.

Parallelamente, si sono impostate due campagne di raccolta dati qualitativi, secondo le modalità della letteratura dell’analisi di User Experience, cioè attraverso l'osservazione visiva e i questionari somministrati, che hanno avuto per oggetto il comportamento dei visitatori e le forme e gli esiti di fruizione, secondo modalità codificate nel contesto delle scienze sociali, puntando a un approccio integrato fra le due modalità (sensoristica e analisi numerica vs. rilevazione visiva e questionari) normalmente separate.

L’analisi ha portato, al momento, a identificare alcune tipologie di utenti, individuando, in sintesi, un approccio più curioso e attivo, caratterizzato da un’esplorazione più capillare delle sale, con frequenti spostamenti a cambi di direzione, e uno più passivo, che segue percorsi dettati dall’articolazione architettonica e viene attratto da fattori di particolare evidenza (colori vivi, grandi dimensioni del quadro, etc.). Il nuovo approccio ha messo in evidenza la differenza fra l’analisi basata sulla semplice posizione dei visitatori e quella che tiene conto dell’orientamento del viso, e quindi dell’effettiva attenzione rivolta verso l’opera o verso le didascalie.

Ciò apre la strada a una serie di nuovi approcci, che rendono possibile cogliere in modo automatico possibili indici di interesse (es. la lettura delle didascalie), nonché l'andamento e il decadimento dell'attenzione nel corso della visita. A una prima analisi, correlando il risultato della sensoristica con quello delle osservazioni visive, sembrano delinearsi due modalità di visita egualmente “attente” ma una di tipo più erudito (con consultazione delle informazioni) l’altra di tipo più emotivo (semplice fruizione dell'esperienza artistica).

Nel corso del convegno vengono presentati sia alcuni risultati in questo senso che alcune prospettive aperte. Oltre agli interventi relativi ai risultati vi sono previste delle tavole rotonde orientate a indagare specifici aspetti e ricadute di questo tipo di ricerca, con la partecipazione di studiosi, esperti di settore e curatori.

 I risultati del progetto sono oggetto di un convegno in programma nella sede Cnr martedi' 16  gennaio: l’evento può essere seguito anche su https://us02web.zoom.us/j/87207329015?pwd=T2tySjBFOWNXWkQ5Wm1aRm5ReHRNUT09

Passcode: 908145

Per informazioni:
Augusto Palombini
CNR - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale
augusto.palombini@cnr.it

Ufficio stampa:
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Ufficio stampa Cnr
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Responsabile Unità Ufficio stampa:
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