Nota stampa

Potenziata la stazione di monitoraggio ambientale di Capodimonte: ripartono le attività

14/02/2025

La torre che si affaccia dalle chiome, sullo sfondo la città di Napoli  (Credits: Terenzio Zenone, Cnr-Iret)
La torre che si affaccia dalle chiome, sullo sfondo la città di Napoli (Credits: Terenzio Zenone, Cnr-Iret)

La stazione di monitoraggio di Capodimonte, parte integrante dell’infrastruttura ICOS (Integrated Carbon Observation System), ha avviato una nuova fase operativa grazie alle tecnologie all’avanguardia installate sulla torre di monitoraggio alta 30 metri. Questo importante potenziamento, realizzato con il sostegno del progetto PRO–ICOS_MED del MUR, segna un punto di svolta nella capacità della stazione di raccogliere dati ambientali di altissimo livello, seguendo i protocolli Europei dell'infrastruttura ICOS.

La nuova strumentazione comprende un anemometro sonico, un analizzatore della concentrazione di CO2 e H20, utilizzati con la tecnica dell’eddy covariance, la sensoristica per il monitoraggio completo dei parametri ambientali dell’aria (e.g. radiazione solare, temperatura- umidita, radiazione fotosinteticamente attiva etc) e del suolo (contenuto idrico, temperatura, flussi di calore).

L’infrastruttura di ricerca europea ICOS è un sistema di monitoraggio dell’ambiente che si avvale di oltre 150 stazioni distribuite in 13 Paesi europei: il coordinamento della stazione di misura posta all’interno del Bosco di Capodimonte è a cura dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iret).

“La stazione di misura posta all’interno del Bosco di Capodimonte fornisce, in particolare, dati che dimostrano l’importanza del Bosco per la qualità ambientale della città di Napoli”, afferma il direttore di Cnr-Iret Carlo Calfapietra, Focal Point di ICOS Italia nonché PI della stazione. “La stretta collaborazione con la Direzione del Bosco assicura di lavorare ad altissimi standard scientifici pur nella completa salvaguardia del patrimonio culturale e naturale”.

“Capodimonte – dichiara Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco – rappresenta il polmone verde di Napoli, non solo un importante museo in un parco urbano tra i più vasti d'Italia, ma un sito di grande valenza ecologica al servizio della città.  La ripartenza e il potenziamento della stazione di monitoraggio, al lavoro su temi cruciali del cambiamento climatico, fa oggi del Museo e Real Bosco un centro di ricerca anche ambientale e naturalistico. In particolare grazie al progetto di Cnr-Iret il Real Bosco rinnova la sua vocazione di luogo di benessere, salute e ricerca scientifica''.

Il Real Bosco di Capodimonte rappresenta un importante patrimonio naturalistico e storico, ma allo stesso tempo ospita un’area protetta, grazie alla presenza del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità e dei Parchi di Napoli. Questo presidio garantisce la sicurezza del parco, la tutela della biodiversità e la salvaguardia di uno degli spazi verdi più preziosi della zona.

La stazione raccoglie dal 2015 dati fondamentali per lo studio dell’ambiente urbano e del suo rapporto con i cambiamenti climatici. Tra i risultati più recenti, uno studio pubblicato nel 2025 sulla rivista Urban Climate, condotto dal Cnr-Iret  in collaborazione con l’EURAC Research di Bolzano e il “Department of Environmental Resources Engineering” dell’Università di Syracuse (USA), ha analizzato il ruolo delle aree verdi urbane per il sequestro del carbonio e la mitigazione delle ondate di calore, due “servizi ambientali” legati alle cosiddette Nature Based Solutions (NbS), che sfruttano il “cooling potential”, ovvero il raffrescamento dell’aria.

 “Il paper offre un contributo importante alla comprensione dei limiti della vegetazione in condizioni climatiche sfavorevoli, ed evidenzia il ruolo critico dell'acqua nel mantenere i servizi ecosistemici di raffrescamento e sequestro di carbonio.”, spiega Terenzio Zenone, ricercatore del Cnr-Iret e co-autore dello studio. “Le aree coperte da vegetazione erano associate a una temperatura dell’aria inferiore di circa 3oC rispetto alle zone urbane, durante i periodi caratterizzati da scarsa disponibilità idrica, e di circa 9oC in condizioni di buona disponibilità idrica. Le osservazioni sperimentali hanno permesso inoltre evidenziare l’importanza di una gestione mirata delle disponibilità idriche”.

Gli autori suggeriscono quindi di promuovere la selezione di specie vegetali tolleranti alla siccità per garantire la resilienza delle aree verdi urbane in condizioni climatiche future. Allo stesso tempo, secondo gli scienziati, sarà importante incorporare infrastrutture verdi e blu, come giardini pluviali, per migliorare la gestione delle risorse idriche e potenziare la capacità di raffreddamento della vegetazione. Da ultimo, il team propone lo sviluppo di piani di irrigazione mirati durante i periodi di siccità, allo scopo di massimizzare i benefici climatici e sociali delle aree verdi urbane.

“La nostra pubblicazione – conclude Zenone – è stata possibile grazie alla cooperazione degli enti e delle istituzioni coinvolte. Le sempre più frequenti ondate di calore, e le numerose evidenze negative sulla salute dei cittadini, richiede che studi futuri esplorino il legame fra spazi verdi, ondate di calore e salute fisica/mentale promuovendo un approccio di pianificazione del verde urbano multidimensionale”.

 

Il Parco urbano del Real Bosco di Capodimonte

Il Parco urbano del Real Bosco di Capodimonte, oggetto dell’analisi, si estende per circa 134 ettari, su una collina ventilata che domina l’intero golfo della città e ricopre un’importante valenza storica, culturale ed ecologica. L’area di studio è caratterizzata da un clima mediterraneo e da una vegetazione appartenente alla macchia mediterranea dominata dalla presenza di “Quercus Ilex”. Il Parco, tuttavia, ospita oltre 400 diverse specie vegetali, per cui rappresenta un importante punto di riferimento verde per la città di Napoli. La sua estensione e la ricchezza della flora lo rendono un luogo di grande interesse sia per i cittadini che per i turisti.

ICOS (Integrated Carbon Observation System)

ICOS è un’infrastruttura di ricerca europea che ha lo scopo di ottenere misurazioni di alta precisione della concentrazione dei gas serra in atmosfera, in mare e nell’ecosistema terrestre, e di fornire dati a supporto dei decisori nelle strategie per contrastare il cambiamento climatico ed i suoi impatti. In particolare, i dati raccolti aiutano a comprendere gli scambi di carbonio tra le tre componenti Atmosfera-Terra-Oceano e le interconnessioni con il clima e con le altre sfide ambientali. L’infrastruttura è formata da diversi network di stazioni distribuiti in 16 paesi europei, per un totale di oltre 170 stazioni e il coinvolgimento di centinaia di scienziati e ricercatori. La rete italiana si compone attualmente di 25 stazioni, di cui 15 ecosistemiche, 5 oceaniche e 5 atmosferiche. Classificato come sito associato, a Capodimonte viene eseguito il monitoraggio continuo dei flussi di gas ad effetto serra, di vari parametri ambientali e del suolo, per la comprensione degli scambi gassosi tipici della vegetazione urbana.

 

 

Per informazioni:
Terenzio Zenone
Cnr-Iret
terenzio.zenone@cnr.it
Valentina Di Paola, referente comunicazione Cnr-Iret, email: valentina.dipaola@iret.cnr.it
Lucia Cherubini, Cnr-Iret, email: lucia.cherubini@cnr.it

Ufficio stampa:
Francesca Gorini
Ufficio stampa Cnr
francesca.gorini@cnr.it

Responsabile Unità Ufficio stampa:
Emanuele Guerrini
emanuele.guerrini@cnr.it
ufficiostampa@cnr.it
06 4993 3383

Vedi anche:

Immagini: